L' Uomo e il COSMO

L' Uomo e il  COSMO

venerdì 27 novembre 2009

" LA VOCE DEL SE' SUPERIORE "











"* la voce del SE' SUPERIORE *"




Il SE' SUPERIORE appare a Suzan Carroll. Il Sogno

Guardai verso il maestoso essere che fluttuava proprio davanti a me. La sua luce colmava l’intera stanza con una calda irradiazione.

“Chi sei?” Chiesi dentro il mio cuore.

“Sono te, mia Cara,” fu l’inaspettata risposta.

Non avevo capito che cosa avesse detto l’essere meraviglioso. Io non ero maestosa. Non potevo fluttuare nell’aria come l’essere davanti a me e sicuramente non avevo luce a sufficienza per riempire l’intera stanza.

Ero solo una persona normale con una vita normale. Dei giorni mi sentivo bene, ero persino tranquilla, ma dei giorni stavo male, ed ero persino tormentata. Facevo il mio lavoro al meglio delle mie possibilità e cercavo di pagare le bollette alla scadenza.

Ero una buona cittadina. Avevo una famiglia che amavo e amici che si occupavano di me. Tuttavia, a volte, ero spaventata, irritata o triste.

No, non ero speciale. Ero proprio normale.

“Ma, mia cara,” l’essere interruppe i miei pensieri, “normale È speciale.”

“Che cosa?” Risposi con una voce alquanto adirata ed irrispettosa. Velocemente, coprii la bocca e mormorai delle scuse.

“Non hai bisogno di scusarti con me, mia cara. Io sono te!”

“No, mi dispiace,” risposi, quasi a me stessa. “Non posso crederci. Non lo posso accettare. Se fossi te, allora perchè mai vorrei essere me?”

“Sono molto orgogliosa di essere te. Sono molto orgogliosa di come sei riuscita ad andare avanti anche nelle situazioni difficili. La vita sul piano fisico può essere, e di solito lo è, piena di sfide. E tu/io abbiamo conservato un cuore che ama.”

“Un cuore che ama?”

“Sì, e una mente che pensa. Tu, che è tu ed io insieme, hai mantenuto il nostro legame, la nostra promessa per rimanere il nostro SE' davanti alle molte tentazioni che avrebbero potuto distoglierci dall’“essere normale”, dall’“essere speciale.”

“Beh, sì,” risposi, grattandomi il mento. “Devo dire che ci sono milioni di tentazioni, dallo scegliere di fare la raccolta differenziata dei rifiuti a pensare prima di parlare. Credo proprio di provare ad essere la persona migliore che posso, la maggior parte del tempo.”

“Sì, e sei speciale, sempre. Sei speciale non solo perché cerchi di fare del tuo meglio, ma perché hai scelto di lasciare la forma che vedi davanti a te-me-noi e sei entrata nell’esperienza della vita fisica.”

Ora ero confusa. Non ricordavo di aver fatto una scelta simile. Infatti, se avessi potuto scegliere, sarei istantaneamente diventata il maestoso essere davanti a me.

“Sei sicura?” rispose l’essere, leggendo nuovamente i miei pensieri. “Che cosa mi dici della tua famiglia, dei tuoi amici, del tuo lavoro, del tuo pianeta? Non ti mancherebbero?”

“Beh, sì. Mi mancherebbero molto. Ma, se io sono anche un essere come te, allora anche loro devono avere una parte di loro che è come te. Non è vero?

“Certamente,” rispose l’essere con un sorriso così luminoso che l’irradiazione si estese al di là dei muri della stanza, finché non ci furono più muri né pavimento. C’era solo luce.

Al principio ero un po’ spaventata. Stare in mezzo ad una luce così brillante non era un avvenimento “normale”.

L’essere rise gentilmente. “Non preoccuparti. Infatti la stanza intorno a te, e anche l’intero mondo fisico, esiste ancora. Tuttavia, ora la tua attenzione è rivolta al mio mondo, che ha una vibrazione superiore.

“Seguimi, ” disse l’essere. “C’è qualcosa che vorrei tu vedessi.”

L’essere mi condusse ad una porta che sembrava apparsa dal nulla. Mentre ci avvicinavamo, la porta si spalancò.

L’essere varcò la soglia e mi fece un cenno per seguirlo. Ci volle un po’, affinché la mia vista si chiarisse. Poi vidi.

Davanti a me c’era una veduta della mia casa, della mia famiglia e dei miei amici che si riunivano insieme, tranne che ogni cosa ed ognuno emanavano una luce raggiante. Si voltarono tutti verso di me e sorrisero. I loro sorrisi fecero diventare la stanza persino più luminosa.

“Hai portato la tua consapevolezza fisica,” dissero con una voce sola. “Anche noi stiamo cercando di portare qui la nostra coscienza fisica. Non sarebbe meraviglioso se potessimo incontrarci qui, fisico e spirituale, e poi ritornare sulla terra? Pensaci! Riesci ad immaginare l’impatto che avrebbe se potessimo collegare la nostra essenza fisica e spirituale per creare un flusso continuo dallo Spirito nella Materia?”

“Forse sto sognando,” pensai a voce alta. Provai a darmi un pizzicotto sul braccio, ma questo appariva diverso. Non era solido. Era più simile ad una nuvola, una nuvola dorata. Le mie mani era raggianti quanto quelle dell’essere maestoso. Mi voltai per domandare all’essere cosa fosse accaduto e scoprii che se n’era andato.

“No” rispose la voce dell’essere da dentro il mio cuore e la mia mente. “Non me ne sono andato. Sono dentro di te. Ora, per favore, portami nel tuo mondo fisico e non dimenticare che io sono te-dentro.”

Mi sedetti sul letto di soprassalto. Il mio corpo era bagnato fradicio di sudore e il mio compagno dormiva accanto a me.

“Dopo tutto è stato un sogno,” pensai.

“Oh, ma che sogno meraviglioso!” disse la voce, ormai familiare, dentro di me.

Per fortuna rispondeva ancora ad ogni mio pensiero.



Continua: "La Scala"




La Scala

Mi sono svegliata, o mi sono appena addormentata, e mi ritrovo su una scala. Sopra di me la scala diventa sempre più luminosa ed ha una forma sempre più indistinta. Sotto di me la scala diventa sempre più scura e più stretta.

Guardo la scala sopra di me e sento una scintilla d’amore che mi chiama, affinché io salga. Ma quando ci provo, sento un impulso interiore che mi spinge a voltarmi ed a scendere lungo la scala sotto di me. Mi giro per guardare verso la scala in basso e sento la paura che gela il mio cuore.

"Perché dovrei voler scendere?" dico a me stessa.

“Perché ci sei già stata,” bisbiglia una voce che sembra provenire dalla scintilla d’amore.

“Se sono stata in quel posto,” chiedo, “perché mai vorrei tornarci?”

“Non hai bisogno di tornare,” respira la voce nel mio cuore. “Non sei mai partita.”

“No, questo non è possibile. Mi sento solo qui, su questo gradino.”

“Tu, però, ti trovi anche su altri gradini. Infatti, c’è un "tu" – molti "tu" – su ogni gradino. Vedi, ogni gradino è come una dimensione, un piano di esistenza.”

“Se ci sono così tanti frammenti di me, perché non li conosco?”

“Senti un richiamo dai gradini sotto di te?”

“Sì, lo sento.”

“Quel richiamo arriva dalle parti di te che si sono perse nelle dimensioni inferiori. Si sono perse perché credono di essere sole, e poiché non le hai liberate, anche tu credi di essere sola.

“Come posso liberarle, quando sembra che anch’io mi sono persa.”

“Oh, cara, tu non ti sei persa. Hai trovato la tua voce superiore; hai trovato ME! I tuoi frammenti "perduti" ti hanno mandata sopra questa scala, come un’esploratrice, per vedere se c’era un'altra strada. Ora l'hai trovata. Torna indietro e condividi la tua visione con loro.”

“Per favore, non farmi andar via. Ora ricordo com’è laggiù e voglio rimanere qui.”

“Rimarrai dove sei, proprio come resterai dove sei stata. Non ti sposterai, ti espanderai.”

“Espandermi?”

“Sì, ora visualizza te stessa come un unico punto di consapevolezza. Riesci ad estendere quella consapevolezza per immaginare che ti trovi su ogni gradino?”

Chiudo gli occhi e faccio appello alla mia immaginazione. Ho sempre avuto una fervida immaginazione. Oh sì, eccole. C’è una persona su ogni gradino. Ognuno ha la stessa quantità di luce e densità del gradino su cui si trova. Sembrano tutte molto diverse, ma c’è qualcosa in loro che “sembra” anche uguale.

“Sì,” risponde la voce ai miei pensieri. “Appartengono tutte ad una coscienza. Riesci a sentire in che modo io e te siamo le stesse?”

Mi sembra difficile immaginare che potrei essere la stessa di questa voce saggia e amorevole, ma chiudo gli occhi e cerco di entrare in connessione. Al principio tutto ciò che riesco a percepire sono le molte voci di dubbio, ridicolo e paura che mi chiamano dai gradini sotto di me. Piano piano, però, sento anche l’amore e il supporto che scintilla dalle scale sopra di me.

Con questa sensazione, la mia percezione e la mia coscienza cominciano ad espandersi sempre di più. Mi sento tirare come un elastico, che è così teso che sta quasi per spezzarsi. E’ sempre più teso finché riesco a sopportare a malapena la tensione.

Poi, con un improvviso colpo secco capisco.

IO SONO l’amorevole voce che mi ha guidata.

IO SONO il richiamo della paura e del dubbio.

IO SONO ogni persona sopra ogni gradino.

Infatti, IO SONO ogni gradino e l’immaginazione che li ha creati.

Io sono TUTTO IN TUTTO.

“Sì,” risuona l’amorevole voce da ogni persona, ogni gradino ed ogni dimensione. “NOI siamo un essere multidimensionale. È la NOSTRA espansione da una coscienza singola ad una coscienza multidimensionale che ci permette di SAPERE chi siamo.”

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