giovedì 23 gennaio 2014
La Dott.ssa Gabriella Mereu e la terapia delle parole
Medicina Non Convenzionale
La Dott.ssa Gabriella Mereu e la terapia delle parole
Dalla medicina ufficiale all'omeopatia fino alla grafologia, per inventare un nuovo, efficacissimo metodo di diagnosi e cura
Marcello Pamio - 14/09/2012
La Dott.ssa Gabriella Mereu e la terapia delle parole
Chi è Gabriella?
Sono medico, laureato in medicina e chirurgia, odontoiatra, omeopata e anche grafologa ed ho fatto una ricerca per 20 anni che mi ha portato a capire che il paziente SEMPLICEMENTE si cura da solo.
Benissimo, abbiamo capito che siamo davanti ad un medico ufficiale, anche se ufficiale non è il termine giusto, omeopata nonché grafologa. So che hai scritto un libro, che ho trovato molto interessante, la “terapia verbale” cioe la medicina della consapevolezza, ci puoi spiegare cos’è la terapia verbale?
La terapia verbale è una terapia omeopatica verbale che cura il male con lo stesso male: cioè il paziente quando esprime la sua malattia usa inconsciamente un linguaggio poetico e metaforico collettivo che io chiamo ‘pazientese” in cui si trovano proverbi modi di dire filastrocche etc.. Una volta che io ho capito cosa mi vuol dire rispondo con una battuta che abbia un alto contenuto emozionale, in cui spiego il motivo della sua malattia e il paziente ha una reazione: se ride, piange entra in trance o si arrabbia significa che è quasi sempre guarito dal sintomo.
Quindi tu definisci questo come omeopatia verbale.. Sappiamo che l’omeopatia esiste da tanti anni e usa curare le malattie con il simile… sbaglio?
Quindi secondo te si può capire la malattia di una persona da come si esprime…. Esatto a me non interessano analisi o altro, solo il modo di esprimersi delle persone mi aiuta con la mia terapia, che non centra niente con la scienza… è solamente arte.
Tu affermi nel tuo libro che la vita è una commedia e la malattia è una metafora che le persone usano per manifestare il proprio disagio.. ma questa metafora serve a nascondere il disagio o a manifestarlo?
La malattia arriva da una bugia passiva, è data da uno schema che costringe l’anima. Cioè nasce un conflitto di pensiero con la propria anima. Può essere stato inculcato da qualcuno anche nella notte dei tempi o essere già nel DNA, ma l’anima non può essere presa in giro e lo rifiuta, così si manifesta la malattia.
Malattia come disagio dell’anima quindi?
Esatto
Cosa mi dici riguardo al condizionamento che le religioni esercitano sulle masse?
La religione è stata inventata per dividere le masse, sono manovre politiche usate soprattutto per dividere i sessi. A causa di tutte le religioni c’è la donna sessuale o la donna vergine questo è il motivo principale delle discordanze fra i sessi, della pornografia alla masturbazione, che cementa le perversioni.
Quindi tutto nasce dalla divisione? Effettivamente la religione da 2.000 anni divide il femminile dal maschile...
Esatto con la divisione cresce il potere, la divisione crea lo schiavo e il tiranno, non c’è mai amore. La nostra anima non cerca questo, cerca solo AMORE. La malattia è il risultato.
Di tiranni ognuno di noi ne ha qualcuno nella propria vita, dal datore di lavoro al compagno… Il tiranno è quindi chiunque voglia esercitare del potere su di te…
Si può essere il marito, o la moglie...
Sulla tua lunga esperienza nel campo, quanti problemi di condizionamento dell’anima arrivano dalla castrazione che deriva dalla religione?
TUTTE. Ci sono in tutti i casi manipolazioni del sesso e quindi castrazioni. Le persone così sono malate dentro, e non lo sanno, fino a che la malattia non si manifesta.
Ma come si può uscire da queste castrazioni?
Prendendo coscienza, cambiando i sistemi.
Hai mai avuto problemi con gli amici o colleghi della tua città per le idee che stai portando avanti?
Sì, con tutti.
Sei stata messa da parte? Perché loro sono all’interno di un sistema?
Perché la verità è indecente e pericolosa. In maniera molto semplice.
Inoltre la verità che sveli sarebbe alla portata di tutti e molto economica...
Esatto, possono farlo tutti coloro che hanno spirito.
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Gabriella Mereu
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Si può uscire da questo sistema?
Sì, certo, coltivate il vostro piacere, anche se peccaminoso. Questo vi salverà dalla malattia.
Cos’è questo piacere?
L’amore è stato disgiunto dal piacere, questo è l’errore. Non si può amare quello che non ci piace. Se amiamo tutto quello che ci piace, dal lavoro all’amico, alla mamma siamo tutti salvi. Praticamente è la divisione che ci fa ammalare.
Quindi c’è un piano di divisione ben mirato che ci viene imposto per colpire le coscienze delle persone?
Sì, questa è la semplice verità. Se c’è qualcosa di complicato e incomprensibile non deve preoccuparci. La verità è semplice.
Bene Gabriella, sei stata chiara.. quindi dobbiamo cercare il piacere a 360 gradi, non solo sessuale ma in tutto ciò che facciamo, nelle cose più semplici.
Sì, il piacere non si trova nelle complicazioni ma nelle cose semplici.
Che cos'è la terapia verbale
di Gabriella Mereu
Sono convinta che la medicina e il medico siano solo dei veicoli e che il medico dovrebbe funzionare solo da guida, affinché la guarigione fisica si attui insieme alla consapevolezza e alla evoluzione del paziente.
La malattia è un'espressione che non fa altro che rivelare in maniera metaforica un vissuto emozionale che ha portato alla malattia stessa.
Usando quali strumenti l'analogia, i simboli archetipici e la grafologia - scienza questa che si fonda su basi analogiche -, traduco al paziente ciò che il suo inconscio desidera comunicare e ciò avviene contro ogni logica dell'attuale medicina.
Il mio punto di partenza è proprio l'espressione verbale e fisica usata dal paziente. In essa, oltre al significato emozionale preso individualmente, ricerco anche un significato collettivo rifacendomi al concetto di inconscio collettivo scoperto da Jung nel secolo scorso.
La terminologia usata per esprimere le patologie nella medicina ufficiale, nega l'efficacia e la validità del "pazientese" che è invece un linguaggio collettivo ed emozionale. Molti medici troncano il discorso del paziente quando fiorisce i suoi dolori e sintomi con quegli aggettivi ed espressioni che, invece, per me sono importantissime. Chiedo sempre al paziente di descrivermi la sua malattia come se fosse un analfabeta. Credo che non esistono le malattie, ma "la malattia". Essa non è altro che l'espressione di un'afflizione del paziente che si manifesta in un diverso modo, sia nel linguaggio che nella sua espressione fisica.
La condizione che una determinata malattia sia inesorabilmente cronica, non fa altro che confermare, nell'inconscio del paziente, la sua cronicità. Mentre, se il paziente non ci pensasse più potrebbe anche guarire spontaneamente.
E, se le analisi e i controlli a cui sono sottoposti i malati non servissero ad altro che a confermare in loro, attraverso la paura - sentimento origine della malattia stessa - la cronicità di essa?
La risposta terapeutica più bella è la risata del paziente dopo che gli traduco la sua metafora. Quasi sempre so che guarirà. Con il riso mi dice tante cose: che si è sentito compreso e che ha capito nel profondo del suo animo la terapia, che ha preso le distanze dall'afflizione che l'ha portato alla malattia, che la vede come una rappresentazione, che non ha più paura, ma soprattutto, finalmente, paziente che si diverte mentre viene
Alcuni casi di patologie risolte e testimonianze: http://www.terapiaverbale.it/
Un video di Gabriella Mereu: http://www.youtube.com/embed/dgv7m9URwJU
Chi volesse approfondire il metodo della terapia verbale e partecipare ad un seminario di Gabriella Mereu può consultare questi siti:
http://www.terapiaverbale.it/
http://www.massimilianoseveri.com/scuola-di-diagnosi-intuitiva
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