venerdì 30 settembre 2011

INTEGRARSI NEL PROPRIO SE' . * ADATTARSI AI CAMBIAMENTI INTERIORI CON TUTTE LE ESPERIENZE CHE NE CONSEGUONO.

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ESTRATTO : DA * UNO * DI RASHA.
Edito da Stazione Celeste .

- << Questo libro è un capolavoro di spiritualità e in questo estratto ne avete un buon assaggio. Naturalmente è dedicato a coloro che sentono di progredire a una certa frequenza superiore.>>
-Nazario.




Il mondo e le sue reazioni nei tuoi confronti sono semplicemente riflessi dell’energia che proietti sullo schermo della realtà, a molteplici livelli. Quando sei presente energeticamente, sbarazzato delle complessità che forse prima nutrivano la reticenza degli altri, la risposta di questi ti arriva senza impedimenti: la tua propria proiezione energetica ti ritorna così di riflesso come un’affermazione. L’energia pura della reazione positiva risuona in modo esponenziale, mentre la rifletti sugli altri con cui interagisci, rafforzando perciò l’energia che ciascuno apporta all’insieme. Come ciascuno aggiunge la sua parte all’equazione energetica, la migliore esperienza possibile può essere realizzata da tutti quelli che partecipano allo scambio. E scoprirai che sei attirato verso interazioni con esseri che risuonano a un livello comparabile al tuo.
Tuttavia, è ovvio che raramente puoi isolarti e limitare le tue interazioni a quei pochi che condividono il tuo orientamento. E la vita accetta la sfida di essere “nel mondo, ma non del mondo”. Quando cominci a riconoscere la distanza vibratoria che esiste fra quelli che condividono la tua esperienza quotidiana, proteggi sempre di più il tuo campo energetico. E diventa necessariamente una questione vitale stabilire con chiarezza dove e con chi desideri o no avventurarti.
Non c’è bisogno di scusarti per la tua riluttanza ormai a impegnarti in attività e interrelazioni che gli altri si aspettavano da te: adesso, semplicemente, non hai più voglia di partecipare a incontri di gruppo che una volta trovavi piacevoli. Tenderai sempre più a preferire la solitudine alla compagnia di altri la cui frequentazione, prima, era scontata. In compagnia di te stesso, ti sentirai profondamente gratificato e passerai sempre meno tempo a interagire con gli altri. Ti sintonizzerai col tuo proprio mondo interiore e nella sacralità di quello spazio ti ritirerai alla minima occasione.
La tendenza a prendere le distanze aiuta a creare un paracolpi vibratorio e rappresenta un meccanismo di auto-protezione che si adotta istintivamente. Perché, finché non hai ben imparato a stabilizzare i livelli crescenti di vibrazione, sei soggetto alle variazioni di frequenza vibratoria che ti circondano e alle esperienze estreme che possono risultarne. Divenendo acutamente cosciente degli effetti di certi ambienti e certi individui sulla manifestazione della tua esperienza di vita, comincerai a fare scelte che gli altri forse considereranno radicali. Spesso interromperai senza troppi convenevoli relazioni e attività che non contribuiscono più al tuo migliore interesse.
Sei portato a ridurre il ritmo della tua vita e a semplificare gli scenari in cui scegli di essere presente. Quando lasci che questa propensione si stabilizzi naturalmente, ti troverai a un punto in cui puoi cominciare a realizzare il tuo potenziale di manifestare la massima espressione di chi veramente sei. Non c’è dubbio che, quando sei così centrato, quello che sopraggiungerà nella tua realtà fisica sarà la massima espressione delle tue possibilità. Rinuncia al bisogno di controllare il processo. E lascia che sia il processo a guidarti verso una connessione sempre più profonda con una coscienza superiore. Quando sei in questo stato, le capacità di manifestazione e d’esperienza si attuano facilmente, e l’esperienza della realtà fisica diventa di una gioia e un miracolo continui.
Naturalmente, una volta gustato, in una forma fisica, questo stato d’essere superiore, si diventa sempre più riluttanti a mettere in pericolo il fondamento vibratorio di quel livello d’esperienza. A questo stadio, si sviluppa uno stato mentale focalizzato a mantenere quei livelli. Si arriva a percepire la vita attraverso gli occhi dell’osservatore e a sentirsi come un essere separato da tutto ciò che lo circonda e vulnerabile ai suoi effetti. Poi, come all’improvviso, si è inondati da una coscienza dell’interconnessione di Ogni Vita e si comincia a percepire la perfezione del simbolismo di ogni visione.
Si comincia a comprendere chiaramente che quello che una volta era stato forse percepito come negatività o densità, e che pertanto era stato rigettato o evitato, non era altro, in effetti, che un riflesso del proprio stato d’essere. L’essenza vibratoria di una visione non è sostenuta dalla visione in sé, piuttosto, essa è lo specchio della percezione che se ne ha. Le attitudini e i pregiudizi che hai entrano qui in gioco perché da essi dipende il livello vibratorio di tutto ciò che sperimenti come realtà, e quindi il modo in cui quelle percezioni t’influenzano in quanto energia. Quando percepisci un’immagine che interpreti come esterna al tuo essere, e indietreggi alla vista, non stai reagendo a ciò che è inerente all’immagine in sé, ma, piuttosto, alle tue proprie attitudini, come giudizio.
Alla fine, si è capaci di osservare tali visioni senza reagire in un modo o nell’altro. In effetti, si è capaci di essere presenti nel film senza assolutamente reagire: si diventa semplicemente testimoni. Quando sei in grado di non categorizzare più le tue percezioni secondo un struttura mentale radicata nella dualità, puoi smettere di valutare ciascuna visione e riesci semplicemente a percepirne la presenza. A questo livello di non-giudizio, crei il fondamento di una realtà che non mette più in pericolo la sacralità della tua autonomia e i preziosi livelli di vibrazione superiore che istintivamente cerchi di proteggere.
Simultaneamente, in molti casi, si diventa improvvisamente consapevoli che non c’è veramente nulla di cui aver paura, e si comincia a osservare la vita con una fascinazione nuova e distaccata. Cominci a realizzare che stai, letteralmente, creando tutto ciò. Tu gli dai potere. E gli dai energia. E il suo effetto su di te, vibrazionalmente, è il riflesso diretto dell’atteggiamento che vi hai proiettato. Quando cessi di rigettare certi tipi di esperienza e certi individui e realizzi che sei stato tu ad attirarli nel tuo campo energetico coi tuoi giudizi sui loro meriti in relazione ai tuoi giudizi sui tuoi meriti, gli effetti avversi inerenti allo scambio non si manifestano più. Quando il giudizio, radicato nella dualità, non viene proiettato su una visione concettuale, niente, sicuramente, può riflettersi su di te.
La pretesa “energia negativa” che senti quando ti elevi a un livello superiore di consapevolezza è in funzione della tua percezione dei tipi d’immagine che crei nella tua vita. A poco a poco, la tua coscienza s’impregna della conoscenza che Ogni Vita è di un’Unica essenza. E sceglierai di vedere, con immensa gioia, solo quello che può riflettere la tua più alta visione di te stesso. Adotterai uno stato d’essere che dimostra una consapevolezza di altri generi d’immagini, ma con quell’energia di distacco e non-giudizio che non dà potere all’immagine né glielo toglie, ma le permette piuttosto di Essere, semplicemente, nel contesto della tua sfera di coscienza.
Quando cominci a consolidare l’arte di non-reazione, puoi rientrare nel mondo fisico e muoverti liberamente in esso, sapendo che non può influenzarti vibrazionalmente, in alcun modo. Il periodo di ritiro non-interattivo può durare a lungo o dimostrarsi relativamente breve, a seconda della tua capacità di assimilare la comprensione che gli atteggiamenti basati sulla paura e radicati nella dualità non fanno altro che rafforzare l’effetto che l’“energia negativa” ha su di te. Perché l’unico potere di un’immagine, qualunque essa sia, è quello che tu gli dai, quale suo co-creatore, coi tuoi giudizi.
Colmerai a poco a poco la distanza fra la comprensione teorica del processo della creazione della tua realtà e la prova esperienziale di questo processo. E la tua capacità di manifestare sempre più le esperienze che desideri si rafforza. Non ci sono capacità che si possono perfezionare dall’oggi al domani. E il semplice fatto che tu abbia intellettualmente afferrato la base concettuale della manifestazione non garantisce che tu sia in grado di mettere istantaneamente in pratica questa comprensione con risultati perfetti. Ma aver realizzato che sei tu il produttore, il regista e il protagonista del tuo dramma contribuisce notevolmente a rafforzare quella comprensione.
Puoi guardare indietro al tuo viaggio di metamorfosi e riprendere, quale coscienza cristallina, i momenti cruciali del tuo dramma personale, in cui diventa ovvio che sei stato tu la causa di tutto ciò. Il film stesso, che ti ha tanto provato, non era altro, in realtà, che un riflesso simbolico della struttura mentale con cui hai proiettato la tua energia sullo schermo di quella che consideri la tua realtà. Quell’energia fu intensificata e sostenuta dal livello d’emozione che quegli scenari erano, da te, destinati a stimolare. E il processo fu, da te, orchestrato in un crescendo, perché ti risultasse evidente che fosti tu la scintilla responsabile dell’accensione dell’intero processo d’illuminazione.

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